Quinta fase dell’analisi di continuità aziendale: l’analisi economico-finanziaria

di Vincenzo Cristarella - - 3 Commenti

La verifica di continuità aziendale, descritta dall’ODCEC di Milano, si compone di 7 step . Il revisore, dopo aver proceduto ad adempiere a tutte le fasi che vanno dall’adeguata verifica sino alla fase di analisi andamentale, dovrà procedere all’analisi economico-finanziaria.

L’analisi delle informazioni economico-fìnanziarie deve essere strutturata in maniera organica, completa e sempre riscontrabile nelle scritture contabili, elementari, cronologiche e sistematiche. Finalità ultima è quella di mettere a disposizione dei destinatari un set informativo omogeneo e robusto, utilizzabile per procedere, in modo coerente e lineare, ad analisi sia storiche che prospettiche.

Su cosa si basa l’analisi economico-finanziaria?

Fonte fondamentale per l’analisi economico-finanziaria è il bilancio (d’esercizio e consolidato), inteso come documento informativo aziendale, costituito dallo stato patrimoniale, conto economico, rendiconto finanziario e nota integrativa, e corredato dalla relazione sulla gestione, dalla relazione del collegio sindacale e dalla relazione dei revisori, quando previste dalla normativa civilistica. Ad integrazione del principale documento di comunicazione finanziaria, gli organi di controllo interno devono poter disporre dettagliatamente delle situazioni contabili riepilogative dei saldi di libro mastro e di ogni altra scrittura elementare, cronologica o sistematica necessaria ad una corretta, coerente e consapevole valutazione sulla probabilità di insolvenza (giudizio di merito).

Qual è l’obiettivo della quinta fase della verifica di continuità aziendale?

Obiettivo principale dell’analisi è di verificare, sia ex post che ex ante, in presenza di un’adeguata struttura patrimoniale (equilibrio patrimoniale), la capacità della gestione aziendale di generare un adeguato flusso di cassa. Quest’ultimo deve essere tale da garantire una crescita economica coerente con gli obiettivi strategici (equilibrio economico) e la piena sostenibilità finanziaria (equilibrio finanziario).
A tal fine, gli organi preposti al controllo interno dovranno periodicamente (almeno su base trimestrale) monitorare gli indici finanziari che costituiscono gli early warning contabili, quest’ultimi calcolati sulla base di situazioni contabili infra-annuali, confrontandoli con la serie storica (almeno triennale) avente uguale periodicità.
Qualora dalla mera analisi storica dei dati economico- finanziari emerga la tendenza ad un significativo deterioramento dell’equilibrio economico-finanziario-patrimoniale (e del conseguente score di rischio), al fine di evidenziare significativi incrementi della probabilità d’insolvenza, sarà necessario utilizzare modelli previsionali di analisi economico-finanziaria basati sul calcolo di uno score predittivo (probabilità d’insolvenza multi-periodale media attesa).

Quali sono gli standard metodologici che l’analisi economico-finanziaria deve rispettare?

La procedura di analisi economico-finanziaria deve rispettare, a prescindere dal fatto che sia effettuata su base storica o prospettica, i seguenti standard metodologici:

  • differenziazione per tipologia di soggetto: forma giuridica, dimensione, settore merceologico, area geografica, tipologia di bilancio prodotto (bilancio ordinario, abbreviato, consolidato), di macro-attività economica (società industriale, commerciale, di servizi, di costruzione, immobiliare, finanziaria) e tipologia di ciclo produttivo (a ciclo continuo o su commessa);
  • calcolo dei principali indicatori economico-finanziari in maniera omogenea per bilanci storici e prospettici, evitando cambiamenti nelle voci contabili utilizzate tra un anno e l’altro, in modo da mantenere uniformità negli algoritmi di calcolo;
  • ottica rivolta alla realizzazione di indicatori prudenziali in grado di fornire una misura predittiva del profilo di rischio economico-finanziario dell’impresa, coerente con il proprio sistema economico di riferimento (settore e area geografica), attuale e prospettico.

I dati contabili utilizzati nello schema di analisi devono essere il più possibile aggiornati e rispondenti alla situazione attuale della impresa osservata. Di conseguenza devono essere:

  • rettificati e uniformati nella fase di raccolta;
  • riclassificati (con uno schema il più possibile standard) e orientato alla sostenibilità;
  • aggiornati, anche con l’introduzione di bilanci pro-forma (in caso di operazioni straordinarie), intermedi o non ancora approvati/depositati.

Lo schema complessivo di analisi deve essere suddiviso in macro-aree (block analysis), che consentano di analizzare, in modo sequenziale e coerente, i seguenti aspetti fondamentali della gestione aziendale:

  • crescita economica: con particolare riferimento alle prospettive del settore merceologico di riferimento (analisi forward-looking);
  • volatilità dei flussi economici (redditi) e finanziari (cash flow): in particolare, a parità di altre condizioni, un’elevata volatilità dei flussi di reddito e di cassa è sintomo di elevato rischio d’impresa. Ciò implica un maggiore dotazione capitale di rischio (risk capital) e, conseguentemente, un livello di capitalizzazione tangibile effettivo più elevato per far fronte alle perdite inattese (tipicamente per quelle imprese con cicli produttivi medio lunghi e capitai intensive).
  • struttura operativa ed efficienza generale: a tal riguardo, bisognerà indagare sulla dinamica dei ricavi di vendita (variabile esogena per eccellenza) e sulla composizione quali-quantitativa dei costi (variabili endogene), evidenziando, in particolare, il valore della leva operativa e del margine di sicurezza (break-event point analysis).
  • autofinanziamento (cash flow), redditività e qualità degli utili: bisognerà verificare la consistenza del margine operativo lordo sui ricavi di vendita e, in particolare, rispetto agli oneri finanziari netti. Verificare che, nel medio-lungo periodo, il grado di autofinanziamento sia sufficiente a garantire una crescita economica coerente con gli obiettivi di sviluppo dell’impresa e con il suo piano degli investimenti.
  • sostenibilità del servizio del debito (oneri finanziari e rate di debito in scadenza entro il successivo esercizio) e del carico erariale (imposte e tasse e contributi), quest’ultimi definibili come impegni finanziari inderogabili. In particolare, dovrà essere calcolato il Debt-Service Coverage Ratio (DSCR) sia su base storica che prospettica avendo evidenza dei casi in cui tale indice risulti minore di 1,1 (soglia ritenuta di massima tolleranza).
  • struttura finanziaria: intesa quale livello di capitalizzazione effettivo e di composizione temporale del debito: in particolare, andrà valutata l’adeguatezza del patrimonio netto tangibile rettificato rispetto alla composizione e alla dinamica prospettica del capitale investito (piano degli investimenti), nonché alla quantità e alla composizione temporale del debito finanziario.
  • equilibrio finanziario e liquidità: in particolare, andrà analizzata con massima attenzione la dinamica del fabbisogno del capitale circolante operativo nelle sue principali componenti cicliche (ciclo del magazzino, ciclo dei crediti commerciali e diversi, ciclo dei debiti commerciali e diversi). Dall’analisi comparativa, statica e dinamica, dei giorni di magazzino e di dilazione media concessa e ottenuta da clienti e fornitori, è possibile risalire al grado liquidità generato o assorbito mediamente dalla gestione corrente.
L’utilizzo dei business plan

Di particolare rilevanza, nell’ottica della valutazione e sostenibilità prospettica, è la possibilità di utilizzare bilanci prospettici o piani aziendali (business plan), purché completi ed attendibili. Tali documenti devono essere valutati in maniera critica e devono originare lo stesso sistema di valutazione (schema di analisi e score) utilizzato per i bilanci storici. A tale scopo, si ritiene necessario avere a disposizione almeno un triennio previsionale e la possibilità di poter sottoporre ad analisi di stress (Stress Testing) le ipotesi di previsione (assumption) disponibili, generando, oltre ad uno scenario base (base case), anche degli scenari pessimistici (worst case), che simulino shock previsionali macroeconomici e di settore.

La finalità dell’analisi economico-finanziaria

Obiettivo finale dell’analisi, è la verifica ex ante della sostenibilità economico-finanziaria in rapporto agli investimenti previsti e alla struttura del debito della società in un ragionevole orizzonte temporale (di norma 3/5 anni) anche attraverso la produzione di indici sintetici che analizzino, in maniera prospettica, la crescita aziendale (ricavi, marginalità, capitale investito) in funzione della sostenibilità del debito (ad esempio ricostruendo il DSCR o il peso degli oneri finanziari netti sui margini operativi) e dell’equilibrio finanziario (capitale circolante, debt/equity).

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Autore dell'articolo
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Vincenzo Cristarella

Dottore commercialista in Brescia e Revisore legale, maturata esperienza significativa in ambito societario, tributario, procedure concorsuali e collegi sindacali, scrive su riviste specializzate su temi del collegio sindacale e revisione legale. Coordinatore della commissione "collegio sindacale: controlli di legalità e modello 231” dell'ODCEC di Brescia.

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