Battaglia contro l’ostacolo alla revisione: si torna a parlare di fattispecie di reato

di Ernesto Zamberlan - - Commenta

La condotta di chi ostacola l’attività dei revisori deve tornare ad essere un reato. Cosi, senza tentennamenti, si è pronunciata la commissione Giustizia della Camera. Ad oggi infatti il Dlgs 8/2016 in  vigore da pochi mesi, ha depenalizzato questo tipo di condotta portandola al di fuori del campo dei reati ma ciò non ha sicuramente giovato alla trasparenza e responsabilità sui conti.

 

Prima dell’entrata in vigore del Decreto, cioè fino al 6 febbraio 2016, questo tipo di comportamento degli amministratori che si poteva riscontrare principalmente con due condotte entrambe di ostacolo all’attivita di controllo di società soggetta a revisione:  con l’ occultamento di documenti ovvero tramite artifici idonei ad impedire o ostacolare lo svolgimento dell’ attività di revisione.

 

Questi comportamenti dolosi degli amministratori mirati a indurre il revisore in errore e ad ottenere risultati diversi dalla realtà per effetto dell’attivià di  revisione, erano sanzionati con una sanzione pecuniaria fino ad un massimo di 75 mila euro. Tutto ciò è cambiato dopo febbraio: il Dlgs 8/2016 ha depenalizzato tutte le fattispecie di reato sanzionate con la sola multa ed in ragione di ciò questi comportamenti  non sono allo stato delle norme attuali più punibili.

 

La commissione Giustizia della camera non è rimasta insensibile a questa “scopertura” e vorrebbe la “ripenalizzazione” dell’ impedimento del controllo contabile aggiungendo alla preesistente sanzione pecuniaria anche l’eventuale reclusione del soggetto.

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Ernesto Zamberlan

Iscritto all'Albo dei Dottori Commercialisti di Padova dal 1994 - Revisore legale dei Conti.

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