Le novità previste dalla riforma del Terzo Settore: spunti dal CNDCEC

di Fabrizio Raponi - - Commenta

Il Governo Renzi ha intrapreso, con il disegno di legge delega approvato il 10 luglio 2014, un percorso di riforma del Terzo Settore, allo scopo di promuovere la crescita, l’occupazione e lo sviluppo delle attività ad esso connesse, attraverso un riordino della disciplina vigente.
Il disegno di legge delega, redatto nel rispetto di tali finalità, descrive gli ambiti d’intervento della riforma, tra i quali troviamo l’individuazione delle specifiche modalità di verifica e controllo dell’attività svolta e delle finalità perseguite, anche istituendo obblighi di controllo interno, rendicontazione, trasparenza e di informazione nei confronti degli associati e dei terzi.
In riferimento al disegno di legge sulla Riforma del terzo settore, il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli esperti Contabili ha presentato al sottosegretario al Welfare, Luigi Bobba, un documento contenente suggerimenti per la nuova disciplina relativa agli enti non profit.
Tra le finalità intrinseche del documento c’è la necessità di garantire una maggiore trasparenza della gestione delle organizzazioni, attraverso degli interventi sul sistema dei controlli.
Secondo l’ordine dei commercialisti, sarebbe “opportuno aggiungere alla previsione dei controlli interni anche dei controlli esterni” , magari regolamentati dal documento approvato nel 2011 dallo stesso CNDCEC, che ha lo scopo di illustrare la “best practice” che i soggetti del controllo dovrebbero adottare per poter eseguire in modo efficace tale attività.
Il documento contiene indicazioni tecniche e numerosi esempi riguardanti le principali operazioni di controllo e tratta separatamente le aree dell’attività di vigilanza e di revisione contabile. L’attività di vigilanza analizza più nel dettaglio i contesti del controllo legale e statutario, il controllo sull’attività dell’ente, e il controllo fiscale. La revisione contabile si occupa dell’analisi delle principali operazioni che dovrebbero essere poste in essere per garantire la coerenza tra la contabilità amministrativa e il rendiconto/bilancio nonché per verificare la veridicità dei prospetti di sintesi.

Autore dell'articolo

Fabrizio Raponi

Dottore in Economia e Commercio; autore di articoli in riviste specializzate.

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