Controllo dell’avviamento nelle cessioni di ramo d’azienda: la cash generating unit

di Roberto Moro Visconti - - Commenta

Nelle cessioni d’azienda è elevato il rischio di contenzioso con il fisco italiano, che tipicamente utilizza ancora le controverse diposizioni dell’art. 2 del D.P.R. 460/1996 per il calcolo dell’avviamento ai fini fiscali, che spesso conducono a risultati enormemente divergenti rispetto ai tradizionali metodi valutativi utilizzati dalla prassi.

Le società finanziarie o mobiliari (ad es. le SGR), a motivo della loro specificità, sono spesso escluse dagli studi di settori e quindi maggiormente sottoposte ad una generica normativa, che di solito mal si adatta alle loro peculiarità.

Il sopra richiamato art. 2, comma 4, del D.P.R. 460/1996 dispone che, “per le aziende e per i diritti reali su di esse, il valore di avviamento è determinato sulla base degli elementi desunti dagli studi di settore o, in difetto, sulla base della percentuale di redditività applicata alla media dei ricavi accertati o, in mancanza, dichiarati ai fini delle imposte sui redditi negli ultimi tre periodi d’imposta anteriori a quello in cui è intervenuto il trasferimento, moltiplicata per 3. La percentuale di redditività non può essere inferiore al rapporto tra il reddito d’impresa e i ricavi accertati (o, in mancanza, dichiarati) ai fini delle stesse imposte e nel medesimo periodo”.

La redditività deve riferirsi al ramo d’azienda trasferito: rileva, in tale ambito, il concetto di “Cash Generating Unit”, introdotto dallo IAS 36, che identifica il perimetro della più piccola area di business con autonomia gestionale all’interno della quale si colloca l’avviamento.

Nella sua attività ispettiva, il revisore potrà utilmente controllare l’iter dell’operazione di cessione, ivi incluso l’atto notarile, e le “valide ragioni economiche” ai fini antielusivi, oltre che tutta la documentazione di supporto.

 

Autore dell'articolo

Roberto Moro Visconti

Dottore commercialista e revisore contabile in Milano, è docente di Finanza Aziendale nell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Svolge attività di ricerca e advisory per gruppi internazionali, aziende familiari e holding in tema di operazioni di finanza straordinaria, valutazioni d'azienda, impairment test, M&A, project financing, marchi e brevetti, microfinanza. Consulente tecnico del Tribunale di Milano, si occupa anche di corporate governance ed è amministratore e sindaco di diverse società.

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